
there's a silence surrounding me.......
I can't show my weakness................
where do we go from me...................
pratone di Velate-Varese...................1976
un pomeriggio qualunque...........................
foto scattata dal Conte (franco A.)............
"pianeta a sorpresa"
colonizzare un nuovo pianeta richiede molto più
che stabilirsi su un'isola
appena scoperta della vecchia terra.
i nuovi pianeti sono diversi per mille ragioni,
diversi dalla terra e diversi tra loro.
ognuna di queste diversità può significare
morte e sciagure o vita e felicità per l'umanità intera.
quando gli uomini atterrano su questo mondo,
la madre terra, alla loro vista appare
una situazione piuttosto precaria.
la loro salvezza dipende da un giovane in gamba
che per caso si trova fra loro.
un allievo costruttore di pianeti.
dovrebbe prevedere tutti i problemi che si presentano
per fondare una dimora sicura per l'umanità.
egli era un semplice studente
e stava studiando il pianeta sbagliato.
*
vedere il mondo con altri occhi, da diverse prospettive, riempire gli spazi vuoti, compreso l'aria che sta tra noi, il nostro occhio e tutto ciò che ci appare. così scendono i colori sulle mie tele e formano veri e propri dipinti variopinti che rappresentano il cielo, il sole, l'acqua, gli arbusti, il vento, l'evaporazione; appaiono figure umane che non disturbano mai , pur essendo al centro della scena. è così, la mia pittura è emotiva, spontanea e veloce. si ispira con fantasia ad un mondo immaginario fatto di cose, energie e personaggi che vivono in un pianeta parallelo al nostro in un tempo che può essere questo, il passato o il futuro, il tempo non c'è..............
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"sun light in the gaze"
un raggio di sole nello sguardo
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1 commento:
Prendendo spunto da una recensione di Walter Veltroni del film Into the Wild, l'opera cinematografica di Sean Penn, dove si racconta la storia della fuga solitaria di un giovane dalla città e forse da se stesso nella natura incontaminata e selvaggia alla ricerca della felicità, mi è venuta in mente l'idea di proporre al mio unico e speciale amico artista Marco Ennis Mariani una rappresentazione cromatica del viaggio che tutti noi vorremmo intraprendere per cercare la felicità, quella felicità che forse trova sostanza nell'idea del viaggio stesso.
Ricevere commissioni di opere d'arte non penso sia congeniale alle aspettative del mio amico Artista perchè, come dice sempre, l'artista dipingendo rivela se stesso e se rivela se stesso io credo sia necessario essere più spontaneo ed emotivo possibile nella realizzazione dell'opera, senza alcun condizionamento esterno come può essere la commissione di un'opera, che per quanto possa essere emotiva è pur sempre in parte limitata dalla volontà di chi commissiona l'opera.
Visto il sorprendente successo del bellissmo campo di lavanda selvatica da me commissionato ed elevato ad opera d'arte dall'artista, mi permetto di commissionare, con la delicatezza di un giovane ilare direttore artistico, il “viaggio” necessario alla nostra vita e alla nostra sopravvivenza, il viaggio che, prima o poi, tutti sentono il desiderio di intraprendere.
Solo l'arte salverà l'uomo, solo chi “viaggia” e sogna salverà l'arte.
“Quando la vita sembra piccola, quando gli spazi attorno sembrano angusti e opprimenti, quando le persone sembrano vuote di anima e di senso, quando si ha bisogno di sé e non ci si trova più allora il mondo trova degli spazi non conosciuti, inediti. Spazi di salvezza, di ascolto, spazi per cercarsi, guardarsi, trovarsi.
Ci sono momenti nella vita in cui la solitudine è un obiettivo e non un problema, in cui il rumore di cui si ha bisogno è quello dei propri pensieri, dei battiti del proprio cuore.
C'è chi ha il coraggio di cercarsi lontano dalla pazza folla, di cercarsi dove la natura è rimasta come era, dove i suoni sono i suoni della natura, dove le leggi sono le leggi della natura. Fuggire verso i non luoghi della civiltà contemporanea: il mondo come è sempre stato, il mondo come sarebbe se gli uomini non fossero esistiti. Fuggire, tirarsi fuori. Rifarsi un mondo diverso e una vita diversa, un tempo diverso, un suono diverso. Farselo dove esistono, insieme, il tutto e il niente.
Il mondo delle città è un mondo dove tutto è pubblico, tutto è rintracciabile, tutto è collettivo. Dove si può finire per soffocare...
Fuga, stanchezza, estraneità e senso di vuoto finiscono per stremarci e così arriva il momento di partire.
Fuggire... partire crediamo sia una specie di “scorciatoia” per raggiungere la felicità, cerchiamo la solitudine capace di costruire un nuovo equilibrio, delicato e miracoloso”.
La felicità è anche partire e non tornare, vivere secondo i tempi della natura, tuffarsi in mare tra le onde dell'oceano, camminare nudo tra gli arbusti, come quelli dipinti dall'artista, sentire il vento accarezzare la nostra pelle, osservare i meravigliosi e sognanti tramonti, incrociare lo sguardo di un alce...
La solitudine, l'assenza di pensiero è essenziale per essere davvero felici, ma dopo il viaggio “purificatorio” per continuare ad essere felici appare inevitabile la condivisione perchè, come continua Walter Veltroni, citando le parole del ragazzo protagonista di Into the wild, la felicità esiste solo se è condivisa.
Forse è solo questo che dà senso ai nostri giorni, partire per perdersi e poi ritrovarsi, e se non accade rischiamo di sminuire il significato profondo del viaggiare e soprattutto rischiamo di partire senza fare neppure un passo, rischiamo di rimanere immobili.
Buon viaggio mio caro amico Artista.
Jo
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